Ricordo che il 7 aprile 2007 ero con Giò, nel garage di suo zio, non lontano dalla via in cui abitiamo io con la mia famiglia e i miei nonni. Quell'anno come questo, il 7 aprile era la vigilia di Pasqua. Da buon futuro ingegnere meccanico, Giò stava fabbricando un cavalletto su cui mettere la sua moto quando doveva sistemarla, pulirla o smontarla-per-il-solo-gusto-di-farlo. Ricordo che Giò parlava con qualcuno (forse suo zio) quando il mio telefono squillò e mi allontanai. Era mia madre. Terminata la breve telefonata tornai da lui lo guardai per un breve istante indecisa su cosa dire e poi dissi "devo andare".
Iniziai a correre.
Ricordo di aver notato che lo zio gli chiese cosa fosse successo e lui gli fece un cenno alla "dopo ti spiego".
Non so come ho fatto a vedere la scena, ricordo solo di averla vista.
Non so come Giò abbia capito cosa era accaduto, forse il mio sguardo diceva più di quanto non pensassi.
Andai a casa dei nonni, dove c'erano mia madre, i miei zii e mia nonna. Ricordo di essere venuta a casa con mamma per dirlo a mio fratello. Fu' terribile.
Poi sono uscita di nuovo con Giò. I miei avevano tanto da fare e io non ce la facevo a starmene a casa, così come non c'è la facevo da diversi mesi. Ricordo che mamma mi raccomandò di non guidare la moto quel giorno (sapeva che Giò mi stava insegnando a guidare il suo 125 con le marce in quel periodo).
Non la ascoltai.
Caddi dalla moto praticamente da ferma (non sapevo che quando ti fermi devi premere la frizione oltre al freno). Non mi ruppi niente, ma il braccio sinistro, quello su cui sono caduta con tutto il peso del corpo e della moto visto che avevo troppa paura di rompermi la caviglia per poggiare il piede, mi faceva malissimo e non riuscivo quasi a sollevarlo. Con tutto quello che c'era da fare nessuno se ne accorse e ancora oggi in pochi sanno il vero motivo per cui di tanto in tanto il mio deltoide mi fa tremendamente male.
Mamma l'aveva percepito che qualcosa mi sarebbe accaduto, me l'aveva detto e io l'avevo ignorata.
Giò mi soccorse e poi mi accompagnò a casa. Ricordo che ci fermammo in un bar a chiedere del ghiaccio. Tornata a casa, dove non c'era nessuno, mi misi una bottiglia d'amaro del capo sul braccio. Sul momento non sapevo cosa fosse, ma col senno di poi forse quella non fu la cosa più giusta da fare.
Poi.. non ricordo più nulla del resto di quella giornata.
Ricordo di aver mandato dei messaggi a po' di persone per dirgli che non sarei potuta andare ad un compleanno il giorno dopo o il giorno stesso (non ricordo) e per dirgli cosa era accaduto; ricordo di averlo fatto da casa di mia nonna ma non ricordo quando e quale giorno è successo perciò lo scrivo qui.
Il giorno dopo andai dai nonni, una volta arrivata vidi che erano tutti nel salone, mi avvicinai, ma quando vidi i suoi piedi mi girai e andai a rifugiarmi nella stanza da letto in cui non entravo da tempo per lo stesso motivo in cui ero scappata via dal salotto: non volevo ricordarmi di lui come di un corpo senza vita o di un vegetale in un letto. Volevo continuare a ricordarmi di mio nonno quando mi accompagnava a scuola o a danza; quando la domenica, dal suo posto a capotavola, parlava di attualità o di quando in campagna a litigava con la nonna su come e quando potare gli alberi. Era questa la persona di cui mi volevo ricordare, non quella degli ultimi mesi.
Poi la mia professoressa che abitava in quello stesso palazzo venne a parlarmi. Non la sopportavo. Feci finta di ascoltarla annuendo di tanto in tanto.
Anche mio fratello venne a rifugiarsi in quella stanza ad un certo punto, e, quando sporgendomi dalla finestra con il cellulare in mano feci una foto al carro dall'alto, lui mi chiese: "ma che stai facendo?!".
Non risposi. Ma di tanto in tanto, nei mesi successivi guardavo quella foto. Forse per capacitarmi che era accaduto davvero.
Poi andammo in chiesa. Volevo sedermi accanto a mia madre ma lei, gli zii, la nonna e la bisnonna avevano una panca tutta per loro in prima fila. Uscii dalla chiesa dopo neanche 10 minuti e me ne stetti tutto il tempo fuori con degli amici che mi avevano vista lì fuori. Ricordo di aver guardato da lontano la folla di gente che salutava la famiglia.
Negli ultimi 5 anni sono stata al cimitero solo una volta e nel 2007. Non ci sono mai più andata. Non ce la faccio.
:'-(
ReplyDeleteAnche la mia nonna più cara è mancata in questo periodo dell'anno, anzi era proprio il 9, adesso che ci penso...
sei speciale e bella tu <3